Stiamo vivendo un periodo molto caotico, facciamo fatica a mantenere la “rotta” della nostra nave, che sembra avere delle coordinate tutte sue, di cui noi sappiamo ben poco.
Stiamo imparando però a fluire, a seguire le onde, adattandoci agli imprevisti, trovando soluzioni creative ai problemi inaspettati, aprendo la mente e la visione. Pulsando, diventando più resilienti.
La parola chiave di questo momento è: dinamismo centrato o se volete, equilibrio dinamico.
In tutto questo arriva l’acqua: un’ondata di pioggia incessante, ci dice che c’è tanta pulizia da fare e che se non la facciamo noi con discernimento e consapevolezza, la vita ci darà una lezione più dura spazzando via tutto ciò che incontra la corrente purificatrice, che è una forza cieca che dice: “a mali estremi, estremi rimedi”.
Ci siamo resi conto di cosa abbiamo realmente bisogno?
A che cosa dobbiamo dare spazio, e a cos’altro dobbiamo invece dare meno attenzione ed energia? Quali sono le nostre reali priorità?
Abbiamo parlato di essenzialità, bè ora parliamo di priorità.
Questo è il momento di fare una cernita vera, di ciò che va tenuto e ciò che va ridimensionato o buttato via. O così o arriva il terremoto.
E’ un’epoca estrema quella che stiamo vivendo, siamo arrivando alla fine di un’era, si sta concludendo un ciclo. E le conclusioni spesso sono drastiche, lo sono meno se comprendiamo a cosa dare importanza, in ogni momento.
L’acqua è un elemento yin, associato alle emozioni, ai sentimenti, ed anche alle nostre parti fragili, a ciò che ci rende vulnerabili.
Forse ultimamente c’è stato un po’ di intasamento o di confusione, emozionale, o un apparente appiattimento. Insomma c’è qualcosa che è stantio o che sta affogando… Abbiamo detto che la base ora è il movimento, abbiamo bisogno di portare movimento a livello emotivo, emozionale, lì dove o siamo travolte o facciamo fatica ad entrare.
Cosa si nasconde dentro? Cosa c’è dietro le emozioni negative? Dietro la rabbia, la frustrazione, l’insoddisfazione, l’impotenza, la paura?
Spesso c’è sofferenza, dolore nascosto, taciuto, tappato o dimenticato e dietro tutto questo ci sono le nostre parti fragili: la bambina abbandonata, l’adolescente arrabbiata, la donna non amata.
Ma chi non comprende, chi non ma, chi abbandona?
Siamo noi stesse a farlo. Non ci comprendiamo, non ci amiamo, non ci diamo attenzione. Anzi spesso pretendiamo, di essere sempre efficienti, performanti, perfette, impeccabili, delle iron lady o iron man.
Questo accade anche per i modelli culturali, sociali e familiari che abbiamo introiettato che ci vogliamo sempre sulla cresta dell’onda (e i social ce ne danno testimonianza ogni giorno attraverso foto patinate che mettono in mostra viaggi, divertimenti, piatti cucinati ad hoc e quant’altro…)
Ma è possibile sentirsi così sempre? Forse no, perché dimentichiamo che siamo essere umani, imperfetti, fallibili che soffrono e si ammalano.
Nel caos che stiamo vivendo in questo periodo abbiamo bisogno di ritrovarci: in questo nuovo ciclo che siamo chiamati a vivere, dobbiamo rivedere le nostre basi interiori su cui poggia l’intera struttura -siamo un’unità bio-psico-spirituale-
Abbiamo bisogno di guardarci dentro, di conoscerci e di ri-conoscerci.
Su quali basi si è formata la nostra personalità?
Com’è che siamo diventate/i ciò che siamo ora? Da cosa sono state dettate le nostre scelte? Questo è un momento di revisione, in cui abbiamo la possibilità di cambiare dei modelli interni che forse ora non vanno più bene.
Chiediamoci se siamo realmente al timone della nostra vita.
E’ ora di riprendere ciò che avevamo tralasciato, ciò che si era spezzato… ci sono vecchi traumi che stanno ancora lavorando dentro?
Ci sono sospesi?
Per rifondarci su nuove basi dobbiamo riprendere il lavoro da dove lo avevamo lasciato, quando per un motivo o per l’altro abbiamo abbandonato una parte di noi stessi, relegandola al regno delle ombre, polarizzandoci solo su un’aspetto di noi stessi.
Qual’è la parte di me fragile che sto rifiutando?
Conosco i miei bisogni, li esprimo? Esprimo le mie emozioni?
Per ritrovare l’equilibrio interiore, che in questo periodo latita, abbiamo bisogno di riconnetterci con noi stessi.
Ma per farlo devo prima di tutto avere una relazione con me.
Abbiamo un ego strutturato, sappiamo cosa ci piace e cosa non ci piace di noi, ma siamo in reale contatto con noi stessi?
Per farlo c’è bisogno di sviluppare l’autoriflessione cosciente, la capacità di osservarsi e riflettere su se stessi. Che porta alla contemplazione, di sé all’abbraccio e all’accoglienza. E’ la capacità di stabilire contatto e intimità con se stessi. Come faccio ad accogliermi, ad amarmi se non sono in contatto con me nel cuore? Non nella mente (ego)
Il cuore accetta, accoglie, sostiene e integra.
Quando entriamo in contatto con noi stesse, scopriamo che ci sono tante parti diverse che dimorano in noi.
Eccone alcune: la parte fragile, la bambina non amata, quella arrabbiata che poi diventa critica e auto-giudicante, quella evitante che ha paura e si protegge. La parte che nega e fa finta di niente, quella che idealizza.
E possibile dividere le nostre parti interiori in: parti fragili che di difendono e parti più “forti” che ci proteggono.
Spesso ignoriamo quelle fragili, ci infastidiscono e ovviamente ignoriamo i loro bisogni. Abbiamo bisogno vederle , accogliendole e ringraziandole per il carico che si sono prese.
Ed è proprio questo che abbiamo bisogno di ritrovare: il nostro essere vulnerabili.
Questa è una delle porte che ci conduce verso l’incontro con la Verità di chi siamo realmente, e di conseguenza con l’ Anima, che è autentica e non ignora la sofferenza.
“Se non puoi essere compassionevole verso te stesso, non potrai esserlo verso gli altri.” (Thich Nhat Hanh)
Dr.ssa Maria Grazia Guglielmucci
Bellissime parole
Penso che quando trovi te stesso anche le paure più semplici se ne vanno da sé.
Grazie
CATIA
Grazie a te Catia, per il tuo commento. Vero, la forza interiore viene alimentata dall’autenticità e questo ci fa superare le piccole e grandi sfide della vita!
Cara Maria Grazia meravigliose parole le sento molto mie ,complimenti per la sensibilità meravigliosa che hai un grande abbraccio
Cara Armida, grazie a te per la fiducia! Mi auguro di rivederti presto nel nostro cerchio esadanzante, un grande abbraccio!
Parole vere.. 🤩
Ognuno di noi ha una parte di fragilità ed una di sicurezza. Ma che fatica farle conciliare…. Grazie per i tuoi spunti di riflessione Mariagrazia.
Il cuore è il maestro Giuseppina, il cuore non fa distinzione ma semplicemente accoglie… Un abbraccio!