Questo è un anno che ci vuole presenti e svegli, senza paraocchi, in grado di poter vedere le cose per come sono, senza che siano offuscate da bisogni non riconosciuti che creano illusioni, dipingendo la realtà per ciò che non è.

Essere presenti significa anche avere la capacità di auto-osservarsi momento per momento: sono consapevole di quello che sto facendo, perché lo sto facendo, che cosa muove dentro?

Essere presenti vuol dire anche partecipare, mettere in campo la propria l’energia, farsi attraversare da ciò che arriva, fluire con la vita.

Essere presenti è accorgersi di ciò che sta accadendo.

La nostra è una società ego-centrata, tutto verte intorno all’individuo, e pur di mantenere l’attenzione su sé stessi si da importanza a cose futili.

Ciò che conta non è essere ma apparire secondo i canoni imposti -bellezza esteriore, ricchezza, prestigio- .

Spesso questo modo di vivere ci porta ad essere ciechi verso i nostri veri bisogni e verso i bisogni di chi ci circonda, spesso agiamo per ricevere, ci aspettiamo sempre qualcosa in cambio.

Spesso siamo un po’ autistici, chiusi nella nostra bolla e non riusciamo a cogliere i doni o la meraviglia di ciò che ci circonda. Impariamo allora a fare attenzione, a mettere l’attenzione proprio lì a ciò che sta accadendo, a guardare, osservare, fare caso.

Spesso siamo invasi da pensieri che ci riempiono la testa, monopolizzando la nostra attenzione solo su ansie e problemi, boiccottando o offuscando le bellezze che ci circondano: bambini, natura, gesti gentili ecc.

Quando comincio ad accorgermi e ad essere consapevole di volerlo fare, governo la mia vita, sono io che scelgo su cosa indirizzare la mia attenzione.

Così come mi accorgo di me, mi accorgo delle mie variazioni d’umore, mi fermo se sono affaticata, scrivo una poesia se sono triste, ascolto musica se sono tesa…

Se mi accorgo di me posso scegliere su cosa indirizzare l’attenzione e quali strumenti utilizzare per farlo.

L’accorgersi, il riconoscersi ci porta verso un contatto più profondo con noi stessi. Vado oltre maschera che mi sono costruita che può essere: la brava ragazza, la madre o moglie modello, il clown, la ribelle, ecc… queste sono  parti di me ma non sono la mia totalità.

Andare oltre la maschera significa, stabilire un rapporto più sincero con sé, vedere tutto quello che c’è, dare spazio alle emozioni, mettersi in gioco, rischiare.

Tante persone sono depresse e soffrono, ma hanno paura di prendersi il rischio di cambiare anche una virgola della propria vita, allora non ci si deve sorprendere se poi rimangono chiuse nelle loro prigioni a cui sono affezionate.

Solo andando in profondità ci si può rivelare, ovvero essere se stesse, scoprirsi con le proprie luce ed ombre. Questo porta a lasciare emergere ciò che era nascosto, magari accogliendolo e accettandolo.

Questi sono i presupposti per agire l’archetipo del saggio, (archetipo guida di quest’anno) per integrare gli opposti, per discernere separando ciò che mi serve da ciò che deve essere lasciato andare.

Solo un rapporto più profondo con me può aprirmi le porte della consapevolezza.Trovando così nella vita il giusto posto, la giusta direzione, l’equilibrio degli opposti.